COSA SI INTENDE PER RIVESTIMENTO?
Il rivestimento esterno di un edificio è la sua pelle, o forse sarebbe ancora meglio dire il suo vestito.
Tipicamente, negli edifici ad alto risparmio energetico, il rivestimento viene applicato su di un cappotto termico, con lo scopo di proteggerlo, assicurarne la piena funzionalità e dare al tempo stesso una caratterizzazione architettonica dell’intero edificio.
FUNZIONE DEL RIVESTIMENTO
Tra le funzioni citate, due sono quelle fondamentali dal punto di vista tecnico:
- Proteggere il cappotto termico: gli edifici in CLT, per “funzionare” correttamente, richiedono l’utilizzo a cappotto di materiali fibrosi, ancora meglio se di origine naturale (fibra di legno e sughero su tutti). Sono prodotti altamente performanti, salubri e che vanno protetti, nel tempo, da urti accidentali ed agenti atmosferici.
- Assicurare la funzionalità del cappotto termico, cioè la traspirabilità dell’intera parete perimetrale, intesa come capacità di smaltire il vapore acqueo verso l’esterno, preservando le prestazioni termiche.
Pertanto, qualunque sia il rivestimento che vogliamo utilizzare, dovrà avere buona resistenza meccanica, essere in grado di proteggere l’isolante dagli agenti atmosferici, permettendo allo stesso tempo che eventuale umidità presente nell’isolante possa venire smaltita in esterno.
TIPI DI RIVESTIMENTO
Possiamo ricondurre i pressoché infiniti tipi di rivestimento a tre famiglie:
– Rivestimenti ad intonaco:
Secondo procedure normate e con l’utilizzo di prodotti certificati viene steso, in aderenza al cappotto, uno (o più) strati di intonaco che dovrà essere traspirante e resistente alla fessurazione, nonché sufficientemente elastico per garantire l’accompagnamento dei naturali movimenti della struttura.
Vengono usati per lo più intonaci a base silossanica con piccole aggiunte di acrilico.
Colore e granulometria possono essere scelti all’interno di una vastissima gamma. L’edificio in CLT, intonacato, sarà pressoché indistinguibile (dal punto di vista estetico!) da un edificio in edilizia tradizionale.
– Rivestimenti a facciata chiusa – ventilata:
Sono rivestimenti che vengono applicati al cappotto in modo indiretto, in quanto sono realizzati con materiale non-traspirante ed è quindi necessario creare tra cappotto e rivestimento una CAMERA DI VENTILAZIONE.
I più frequenti in legno, con perline o pannelli continui decorati, oppure in pietra.
Particolarmente interessante è il dettaglio al piede ed alla sommità delle singole porzioni di rivestimento, che deve garantire la corretta aspirazione ed evacuazione dell’aria dalla facciata in modo da realizzare una ventilazione efficiente ed evitare l’annidarsi di insetti ed animali.
– Rivestimenti a facciata aperta:
Applicati in modo del tutto analogo a quanto descritto per la facciata ventilata, hanno la particolarità di non essere chiusi, ma di consentire il passaggio dell’aria (e della luce) tra i singoli elementi del rivestimento.
Esempi tipici sono le doghe in legno, i pannelli in legno ricostruito, in HPL o altre pannellature.
L’aspetto più delicato della realizzazione di questo tipo di rivestimento è la protezione dell’isolante dall’acqua e dai raggi UV: esistono dei prodotti specifici, che se utilizzati in modo corretto sono in grado di assicurare queste funzionalità del tempo.