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Noi di Green House abbiamo cercato in diverse occasioni di parlare delle caratteristiche e dei vantaggi delle strutture in bioedilizia realizzate con la posa a secco, sia in termini di tempi di costruzione che di prestazioni. Ci siamo resi conto però che per dare un’idea più chiara di quelli che sono i vantaggi è molto più efficace mettere a confronto questo sistema costruttivo con quello più comunemente conosciuto: il mattone.

Prima di apportare degli esempi pratici, partiamo dalla stratigrafia delle due pareti.

STRATIGRAFIA PARETE IN MURATURA
  1. Intonaco esterno 1,5 cm
  2. Laterizio forato 12,0 cm
  3. Lana di roccia 7,0 cm
  4. Laterizio forato 8,0 cm
  5. Intonaco interno 1,5 cm

SPESSORE TOTALE 31,0 cm

STRATIGRAFIA PARETE CON SISTEMA A SECCO
  1. Rasante esterno 0,70 cm
  2. Lastra in fibrocemento antincendio ed anti umidità 1,25 cm
  3. Profilo metallico con Isolante in lana di roccia 7,50 cm
  4. Lastra cartongesso 1,25 cm
  5. Camera d’aria 1,00 cm
  6. Profilo metallico con isolante 5,00 cm
  7. Lastra diamant 1,25 cm
  8. Lastra cartongesso con barriera vapore 1,25 cm

SPESSORE TOTALE 19,2cm

TEMPI DI REALIZZAZIONE A CONFRONTO

Per spiegare il vantaggio della bioedilizia in termini di tempi di realizzazione, metteremo a confronto due squadre che lavorano simultaneamente alla realizzazione di una parete di tamponamento col sistema tradizionale da una parte, e col sistema a secco dall’altra.

credits KNAUF

Le squadre iniziano insieme il lavoro e viene calcolato il tempo impiegato per arrivare alla fase di tinteggiatura della parete. Una prima differenza tra i due sistemi si vede già in una delle prime fasi, in particolare nella posa a secco dove i tempi di asciugatura non vincolano la posa delle lastre sul lato interno facendo così proseguire la lavorazione senza interruzioni, a differenza della muratura dove la realizzazione delle fasce per l’intonaco è un’operazione da svolgere con cura perché richiede una lavorazione precisa della malta e la posa di uno spessore regolare. I muratori sono in seguito costretti a fermarsi per l’asciugatura di almeno tre giorni.

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Nel cantiere della posa a secco, la squadra porta avanti rapidamente la posa della parete interna, con il vantaggio inoltre di utilizzare attrezzatura leggera. L’asciugatura viene portata a termine in sole 7 ore. Lo stucco dei giunti asciuga infatti rapidamente e permette l’applicazione della seconda e terza mano. Già al quinto giorno gli applicatori possono stendere la seconda rasatura esterna, lasciandola pronta per la finitura mentre invece la parete realizzata con il sistema tradizionale sta ancora asciugando.

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Nel sistema tradizionale in mattoni l’intonacatura è una fase critica. L’utilizzo di malta ed acqua imbratta il luogo di lavoro e crea molti scarti nella lavorazione ed i muratori devono impiegare parte del loro tempo per mantenere pulito ed accessibile il luogo di lavoro.

Mentre sulla parete in mattoni l’intonaco ancora asciuga, la parete con la posa a secco è pronta per la tinteggiatura si all’interno che all’esterno. DOPO 9 GIORNI IL LAVORO DEGLI APPLICATORI E’ FINITO.

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Nella parete in muratura manca ancora la finitura con l’intonachino e la tinteggiatura. I tempi di asciugatura dell’intonaco sono essenziali per evitare che l’umidità residua emerga. IL TEMPO DI POSA E’ DI 16 GIORNI, RISPETTO AI 9 GIORNI DI POSA DEL SISTEMA A SECCO.

Alla fine dell’esperimento, nella differenza tra i tempi di posa dei due sistemi emerge il vantaggio del sistema a secco dovuto principalmente dall’assenza dei lunghi tempi di asciugatura richiesti dal mattone.

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PRESTAZIONI A CONFRONTO

Dopo aver analizzato e confrontato la realizzazione di una parete con il sistema tradizionale e con la posa a secco, è necessario però metterne a confronto le prestazioni. Uno dei luoghi comuni sulla bioedilizia infatti è quello che la rapidità costruttiva sia anche sinonimo di minori prestazioni.

Per confutare tale falsa credenza, prenderemo in considerazione un altro esempio, mettendo questa volta a confronto le prestazione delle due pareti realizzate nel precedente esperimento.

Come abbiamo visto, il sistema costruttivo a secco si differenzia da quello in muratura per fasi di posa, tempo e modalità di gestione del cantiere. È possibile confrontare i due sistemi anche relativamente alle loro prestazioni, in termini di: trasmittanza termica, resistenza meccanica e guadagno di spazio calpestabile.

  1. Trasmittanza termica. I rilievi vengono effettuati applicando dei sensori sul lato interno e sul lato esterno per registrare la temperatura superficiale della parete. Con la piastra flussimetrica si misura anche l’energia che esce dall’edificio. Una volta accumulate le rilevazioni di tre giornate, i dati vengono elaborati per calcolare la trasmittanza termica. Prendendo come esempio la zona climatica di Milano, la trasmittanza della struttura deve essere inferiore a 0,34 W/mqK per essere a norma. La parete in muratura, spessa 31cm, ha dato come risultato una trasmittanza di 0,333 W/mqK, mentre la parete realizzata con la posa a secco, con uno spessore di soli 19,2 cm ha dato come risultato una trasmittanza di 0,272 W/mqK! Con uno spessore inferiore dunque la parete con il sistema a secco ha delle prestazioni nettamente superiori.
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2) Resistenza meccanica. Confrontando invece la resistenza della parete esterna, simuliamo lo sfondamento da parte di un ipotetico ladro con una mazza da 5kg. Sapete quanto tempo ha impiegato il ladro per sfondare le due pareti? Dopo a malapena due minuti e sedici secondi, il ladro è riuscito non solo a sfondare ma anche ad entrare all’interno dell’edificio in muratura, mentre la parete di tamponamento con il sistema a secco presenta una resistenza considerevole, dovuta ai pannelli in cemento fibrorinforzato ed ai profili in acciaio ogni 40cm. Per sfondare la parete, il ladro ha impiegato quattro minuti e sedici secondi. Resistenza ed elasticità della parete a secco rivelano doti di sicurezza esemplari anche in caso di sisma.

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3) Guadagno di spazio calpestabile. Dal confronto degli spaccati delle due pareti, si evince che la parete in muratura ha uno spessore di 31cm, mentre quella con la posa a secco ha uno spessore di 19,2cm (incluse le camere ventilate). La differenza di spessore di 11,8 cm è un vantaggio per il committente poiché si traduce in maggior spazio calpestabile all’interno dell’abitazione. Facendo un esempio concreto, in un’abitazione di pianta 10×9 metri, il guadagno netto di 11,8 cm sul perimetro delle pareti esterne si traduce all’interno in uno spazio calpestabile di circa 5mq.

Insomma, se questa fosse una partita a calcetto tra sistema a secco e sistema tradizionale, potremmo senza esitare assegnare un punteggio di 4 – 0 a favore della posa a secco la quale risulta dunque migliore per: tempi di realizzazione, trasmittanza termica, resistenza meccanica e guadagno di spazio calpestabile!

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