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Lo sviluppo economico oggi deve necessariamente tenere in considerazione il concetto di sostenibilità. Dal pubblico al privato, deve sempre più indirizzarsi nel quadro di riferimento disegnato dalle Nazioni Unite con l’Agenda 2030 e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Anche il Governo Italiano, con la costituzione del MITE – Ministero per la Transizione Ecologica –  ha riconosciuto la rilevanza di questo tema, allineandosi ad altri Paesi della Comunità, come Francia e Spagna. Tuttavia, anche se non siamo stati tra i primi a dedicare alla Transizione Ecologia un ministero, abbiamo dimostrato di essere all’avanguardia in merito da punto di vista fattuale, e tali dobbiamo rimanere. 

In termini di transizione ecologica e sostenibilità, l’Italia è già molto avanti rispetto ai suoi vicini europei. I risultati del Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2021, stilato dal CEN – Circulary Economy Network -, secondo cui il nostro Paese è, per la terza volta consecutiva, primo in Europa per tasso di rifiuti riciclati, sopra a Francia, Germania e Spagna: rispetto ai nostri vicini, riutilizziamo quasi il doppio dei materiali. In generale, pure la sensibilità nei confronti della tutela dell’ambiente è in aumento: secondo il rapporto GreenItaly, il numero di imprese che investe in sostenibilità è in costante crescita negli ultimi anni, e ha raggiunto il picco a fine 2019.

Pur partendo da una base buona, il Ministero per la Transizione ecologica non ha davanti una sfida semplice: il MITE dovrà trovare il modo di mantenere la preminenza del nostro Paese in termini di sostenibilità e circolarità, stilando misure e linee guida in grado di anticipare i trend futuri. Gli strumenti per farlo sono molti, dal rafforzamento del Superbonus al 110% fino agli sgravi fiscali per imprese green, ma è innegabile che il mezzo più potente ad ora a nostra disposizione sia il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Abbiamo 196 miliardi e mezzo da spendere per traghettare l’Italia verso il futuro, e di questi il 40% (68,9 miliardi) sono destinati proprio alla transizione ecologica. I soggetti e i comparti beneficiari sono molti, dalle imprese alla mobilità passando per la tutela del territorio, ma in realtà quasi la metà di questo 40%, (29,3 miliardi nello specifico), è destinato all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici. Dati alla mano, il Governo dimostra di puntare molto sul settore delle costruzioni quale chiave di volta per la ripresa.

L’edilizia ha un ruolo fondamentale e quasi da protagonista in questa transizione ed ha tutte le carte in regola per raccogliere questa sfida, valorizzare l’evoluzione dell’economia in chiave green e contribuire in modo sostanziale al rilancio del Paese.

La transizione ecologica in edilizia: un tema quanto mai attuale.

Per riuscire ad attuare la transizione ecologica in edilizia, è necessario un sistema che tenga conto di tutti gli aspetti dell’edificio a partire dalla fase di progettazione. Spesso non si considera la filiera nella sua totalità: gli attori lavorano in maniera disgiunta e non comunicano tra loro. È bene che le aziende si aggiornino sui materiali edili sostenibili, in grado di ridurre le emissioni di CO2.

Stalker changing reality into clear and healthy future

Green House segue i suoi committenti dalla fase di progettazione alla fase di realizzazione, fornendo informazioni trasparenti sui materiali utilizzati e certificati. Diamo informazioni chiare anche sul perché non sia possibile continuare erroneamente a pensare alla bioedilizia come ad un metodo costruttivo che faccia “risparmiare”. Usare solo la metrica del risparmio infatti non è mai stata e non sarà ancor più pensabile se vogliamo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione previsti. Dobbiamo apprendere e comprendere quant’è importante andare incontro a un cambiamento sostenibile nei tempi possibili.

Oggi siamo nelle condizioni più opportune per rivolgere l’attenzione verso un’edilizia di qualità, certificata e verificata: il Paese sta crescendo, si può contare su una disponibilità di investimenti enorme su cui occorre fare una rendicontazione attenta e gli strumenti ci sono. C’è bisogno di trasparenza, professionalità e dedizione.

Noi ci siamo, e voi?

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