Le case in legno stanno diventando sempre di più un modo di abitare sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico. Per questo, sono sempre di più gli italiani che scelgono la casa prefabbricata per vivere in modo sano, sicuro e sostenibile.
Il settore cresce e questo è un bene, ma il rovescio della medaglia è che alcune aziende costruttrici di case tradizionali in muratura decidono di entrare in questo business senza l’adeguata competenza ed esperienza.
Così, importando in modo approssimativo nell’ambito della bioedilizia le conoscenze acquisite nel cemento, queste aziende costruiscono case in legno apparentemente belle, ma senza prestare particolare attenzione ad alcuni dettagli che, invece, fanno la differenza tra una casa ben fatta e duratura ed un’abitazione che tenderà a generare problemi ed inefficienza nel tempo.
Vediamo alcuni di questi dettagli per avere le idee più chiare e poter scegliere con più consapevolezza.
1 – Dove appoggiano le pareti esterne della casa?
Il primo aspetto da prendere in considerazione è il modo in cui le pareti della casa prefabbricata sono appoggiate ed ancorate sui cordoli della platea in cemento armato.
Sappiamo benissimo dei rischi che l’umidità può comportare per il legno e non è un segreto che all’esterno di una casa possa ristagnare dell’acqua, anche sotto la parete. Quest’acqua è un nemico della parete, sia che si tratti di tavole in X-Lam, sia che si tratti del sistema a telaio della struttura. Infatti, la differenza di temperatura tra il cemento delle fondazioni e l’interno della casa, soprattutto nelle stanze più umide, provoca la formazione di condensa interna, che rappresenta una delle maggiori cause di marciume del legno.
Se immaginiamo un cordolo su cui poggia la parte più esterna della parete è rivestito con la guaina bituminosa impermeabile, mentre la parte interna della struttura appoggia direttamente sul cemento delle fondazioni. Ciò costituisce un errore grossolano che comporterà la formazione di condensa nella parete interna con relativo marciume.
La soluzione migliore, invece, è quella di isolare preferibilmente l’intera superficie della platea, non solo i cordoli. È fondamentale che l’intera struttura della casa, in particolar modo il pavimento interno, si trovi in posizione più elevata rispetto al piano di calpestio esterno.
Inoltre, siccome anche la guaina impermeabile non è sempre una garanzia di tenuta nel tempo, esistono diversi modi per tenere il legno della struttura più asciutto possibile e lontano dalla base in cemento. Ad esempio, inserire uno strato di legno di larice, particolarmente resinoso e resistente all’acqua, tra la parete e il cemento e realizzare i marciapiedi esterni con una discreta pendenza verso l’esterno per far defluire meglio l’acqua.
2 – I ponti termici
Un altro punto da non sottovalutare per garantire che la casa in legno sia efficiente dal punto di vista energetico è l’assenza di ponti termici. Oltre a quelli più evidenti, come i davanzali e le soglie in marmo, esistono ponti termici meno visibili.
Parliamo, ad esempio, dei ponti termici che si creano a livello strutturale, quando, erroneamente, si assemblano le pareti, tra loro e sui cordoli della platea, con lunghi bulloni e piastre in acciaio, invece delle piastre ad “L” corrette. In questi casi il metallo collega l’esterno con l’interno, provocando perdita di calore, ma anche il rischio di formazione di condensa.
Un altro punto critico è alla base della parete, in corrispondenza del cordolo in cemento armato. Se questo non è ben isolato e separato dall’ambiente interno, diventa un canale di perdita di calore che viene prelevato dall’interno e ceduto al terreno al di sotto della casa.
3 – Fori sulla parete esterna e flussi di aria
Una parete prefabbricata, come ben sappiamo anche grazie al cappotto termico, possiede di per sé coibentazione ed accorgimenti, necessari a garantire il corretto isolamento, sia termico che acustico, dell’abitazione.
Inoltre, le pareti prefabbricate in legno, a prescindere dal sistema costruttivo utilizzato, sono predisposte per il passaggio degli impianti. Tale predisposizione non compromette la funzione isolante dell’involucro ed è pianificata già dalla fase progettuale.
Quando una casa viene costruita da una ditta non professionale, può succedere che vengano praticati fori direttamente sulla parete esterna per far passare gli impianti o gli scarichi. In questo caso, si vanifica la tenuta termica e acustica della parete e si commette un grave errore funzionale. I ponti termici che ne conseguono possono provocare la formazione di condensa ed intaccare la solidità della parete.
4 – Isolamento delle pareti interne
Un buon isolamento non dovrebbe essere previsto solo per le pareti esterne, ma anche per quelle interne. Infatti, se le pareti interne sono composte da solo cartongesso si rende poco efficiente l’isolamento acustico e termico tra una stanza e l’altra.
Un’altra imprecisione che compromette l’acustica nella casa è quella di forare le pareti interne in modo sconsiderato.
Considerazioni conclusive
Quelli che abbiamo illustrato sono solo alcuni esempi di cattiva gestione della progettazione e del cantiere di una casa prefabbricata in legno. Anche altri dettagli possono indicare quanto un Costruttore sia competente ed esperto, ma non tutti hanno l’occhio allenato a notarli.
Una buona pratica è quella affidarsi ad un’Azienda ed Progettista qualificato.
L’Azienda o il Progettista specializzato in bioedilizia può assicurare una progettazione architettonica ed impiantistica finalizzata alla durata nel lungo periodo; pianificare l’impermeabilizzazione e la gestione di guasti e rotture di tubazioni interne. Può, inoltre, gestire in modo adeguato il cantiere e collaborare con il Costruttore per ottenere i migliori risultati.