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L’anno 2022 ha messo in luce dati allarmanti riguardo l’inquinamento atmosferico in Europa, con riferimenti specifici da parte dell’Agenzia europea dell’ambiente. Le percentuali di eccedenza dei principali inquinanti, come PM10, PM2.5 e biossido di azoto, superano di gran lunga i limiti raccomandati dall’OMS, evidenziando un grave problema per la salute pubblica, soprattutto nelle aree urbane.

Sotto quest’ottica, il settore dell’edilizia si trova al centro del dibattito ambientale, contribuendo in modo significativo all’inquinamento globale. I dati del Global Alliance for Building and Construction rivelano che l’edilizia è responsabile di ben il 39% delle emissioni di anidride carbonica, 36% del consumo globale di energia elettrica e un terzo dell’uso di acqua potabile.

Edilizia produce il 39% di inquinamento globale: necessario un cambio di marcia.

Per affrontare questa crisi ambientale, la transizione verso pratiche edilizie più sostenibili diventa imprescindibile. La bioedilizia, che si basa sull’uso di materiali sostenibili e sull’ecosostenibilità dei processi di costruzione, rappresenta una possibile soluzione. Essa non solo offre un impatto ambientale ridotto, ma potrebbe anche portare a vantaggi economici, aumentando il valore degli immobili e riducendo i costi a lungo termine.

Si stima infatti che il settore edile sia responsabile del:

  • 39% della quantità di anidride carbonica mondiale dispersa nell’aria;
  • 36% del consumo globale di energia elettrica;
  • 50% per l’estrazione di materie prime;
  • 1/3 del consumo globale di acqua potabile.

Non è quindi più possibile continuare a costruire e progettare per come siamo abituati.

I dati preoccupanti si rivolgono al settore edile e riguardano tutte le fasi di costruzione fino alla manutenzione stessa dell’immobile. Anche i materiali e i macchinari utilizzati sono responsabili dell’enorme danno ambientale, per poi finire con l’intero ciclo di vita e manutenzione dell’edificio. Per non parlare poi delle demolizioni.

Il World Green Building Council però, ente volontario internazionale specializzato in bio-edilizia, ha spezzato una lancia in favore del settore delle costruzioni.

Modificare il paradigma della costruzione richiede una visione più ampia, integrando materiali innovativi e tecniche di costruzione che ottimizzino l’efficienza energetica e la durata degli edifici. Ad esempio, l’utilizzo di materiali naturali come lana di pecora e sughero potrebbe rivelarsi un’alternativa valida rispetto ai tradizionali isolanti, mentre le pratiche di riciclo possono contribuire a una riduzione complessiva dell’impatto ambientale.

Bioedilizia e bioarchitettura: le chiavi del risparmio energetico.

Costruire una casa in bioedilizia significa rispettare tutti i criteri di impatto ambientale ed utilizzo dei materiali che potremmo definire “sostenibili”. È una filosofia dell’edilizia che va oltre il concetto di sostenibilità e prevede un’attenzione a 360° all’impatto ambientale (e non solo) dell’edificio che si va a costruire.

In diversi Paesi stranieri la bioedilizia è sicuramente più avanti rispetto all’Italia, ma anche nel nostro Paese è una filosofia sempre più in crescita. L’attenzione alla sostenibilità è infatti la sfida dell’ultimo decennio e prevede un’aumentata sensibilità nei confronti di questi temi in tutti i campi, edilizia compresa.

Più che una questione di certificazioni, che naturalmente esistono e devono essere rispettate, potremmo definire bioedilizia e bioarchitettura come una questione di visione, di mentalità e di stile di vita. Infatti, non viene valutato solo l’impatto ambientale, come ad esempio le emissioni di CO2, ma anche tanti altri aspetti riguardanti i materiali, la coerenza dell’edificio con il territorio in cui è contestualizzato e non ultima la qualità di vita di chi abiterà l’edificio.

Come già ampiamente trattato in altri articoli, uno dei principi riguarda i materiali utilizzati ma aggiungiamo che è necessario lavorare in funzione della continuità dal punto di vista termico, in modo da non creare i cosiddetti ponti termici (aree che compromettono la tenuta termica dell’edificio), da cui le vecchie costruzioni sono caratterizzate. Altro fondamentale principio è sicuramente riguardante le prestazioni energetiche dell’edificio, chiamato a consumare meno energia possibile ed a farlo nella maniera più efficiente. Questo approccio consente non solo di diminuire le emissioni e i consumi, ma anche di risparmiare proprio dal punto di vista economico, un tema particolarmente urgente.

Per cambiare direzione è necessario stravolgere drasticamente tutti i processi relativi alla costruzione, vita e demolizione di un edificio. Noi di Green House siamo schierati in prima linea per il cambiamento.

Un’edilizia a basso impatto energetico e climalterante può essere applicata sia agli edifici già costruiti, ovviamente mediante lavori di ristrutturazione e di miglioria, ma deve diventare essenziale nelle nuove costruzioni.

Quando ragioniamo in termini di sostenibilità, dobbiamo anche valutare la durata dell’edificio, perché non va considerata solo l’energia usata per costruirlo, bisogna tenere presente quella indispensabile per mantenerlo nel tempo, quindi bollette e manutenzioni.

A rendere vantaggioso cambiare paradigma è anche l’aspetto economico, perché con le migliorie in chiave green il valore degli edifici tende ad aumentare.

E’ fondamentale ricorrere ad una mentalità più rispettosa dell’ambiente, che conduca all’uso di materiali di natura organica con prestazioni elevate ed emissioni ridotte. Va poi considerata anche la possibilità di un riciclo dei materiali. La lana di pecora può essere un’alternativa ai classici materiali termo-fono-isolanti. Ripara dal caldo e dal freddo, resiste all’acqua e, in virtù delle proprietà assorbenti, regola l’umidità limitando i danni da condensa. Il sughero, usato come materiale isolante, bene si adatta ai luoghi umidi grazie alle sue capacità assorbenti. C’è però una filosofia di fondo che va al di là dei materiali. Il mercato dei materiali isolanti si sta muovendo adesso e non va dimenticato che la lana di vetro, che viene prodotta con materiali di recupero, quindi da bottiglie riciclate, rientra in un’ottica di economia circolare.

Infine, è cruciale che architetti, costruttori e progettisti adottino una mentalità orientata alla sostenibilità, promuovendo la bioarchitettura e il risparmio energetico in ogni fase del ciclo di vita di un edificio. Solo così si potrà sperare in una costruzione più ecocompatibile e rispettosa dell’ambiente, contribuendo al benessere attuale e futuro della società.

Dunque anche se i materiali risultano più costosi, non dimentichiamo che si avrà un risparmio a lungo termine. Bisogna insomma agire sulla mentalità.

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